In linea con i loro colleghi britannici, i lavoratori italiani si dimostrano sempre più interessati a esplorare nuove soluzioni di flessibilità oraria sul luogo di lavoro. La spinta verso modelli organizzativi più agili è in crescita, alimentata dai cambiamenti portati dallo smart working e dall’evoluzione delle esigenze dei dipendenti. Secondo i risultati del Randstad Workmonitor, l’indagine condotta in 34 paesi del mondo su oltre 35.000 lavoratori, il 29% degli italiani preferirebbe lavorare su una settimana di quattro giorni, pur mantenendo lo stesso monte ore complessivo o adattandolo a un modello più sostenibile.
Un altro dato interessante riguarda le preferenze per orari alternativi: una parte consistente dei lavoratori ha espresso la volontà di operare in turni spezzati, in fasce serali o addirittura notturne, dimostrando una crescente apertura a soluzioni di lavoro non convenzionali, se queste permettono un miglior bilanciamento tra vita privata e professionale. Solo il 43% dei lavoratori italiani ha indicato di voler continuare a lavorare secondo i tradizionali orari d’ufficio, a conferma di una cultura aziendale in trasformazione.
La flessibilità è un valore aggiunto per mantenere i talenti
La flessibilità di orario si conferma uno dei fattori più rilevanti per i lavoratori italiani, con l’83% del campione che lo ritiene un elemento importante nella scelta di un datore di lavoro. Questo dato non sorprende se si considera l’evoluzione delle aspettative professionali negli ultimi anni: i dipendenti non cercano più soltanto un posto sicuro, ma desiderano un ambiente in grado di favorire un equilibrio tra vita privata e carriera.
Per le aziende, questo rappresenta un punto di attenzione strategico. La capacità di offrire soluzioni di orario flessibile, come turni personalizzati, possibilità di smart working o settimana corta, diventa un vantaggio competitivo nella guerra per i talenti. Non a caso, il 27% dei lavoratori intervistati ha già sperimentato iniziative di flessibilità introdotte dal proprio datore di lavoro, segno che il mercato si sta lentamente muovendo in questa direzione.
Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare: il 35% degli intervistati considera la mancanza di opzioni di flessibilità un motivo sufficiente per rifiutare un’offerta di lavoro, anche se interessante dal punto di vista economico. Questo dato sottolinea quanto le nuove generazioni di lavoratori diano valore alla gestione autonoma del proprio tempo, preferendo aziende che dimostrano attenzione al benessere delle persone e che investono in strumenti per facilitare il lavoro da remoto o modulare.
Le organizzazioni che ignorano questo cambiamento rischiano di trovarsi svantaggiate nel reclutamento di professionisti qualificati e di aumentare il tasso di turnover. Al contrario, le aziende che adottano modelli di flessibilità oraria in maniera strutturata possono ottenere benefici tangibili: maggiore produttività, engagement più alto, riduzione dell’assenteismo e miglior clima aziendale.
Un modello da mettere a punto
Sebbene i risultati delle sperimentazioni della settimana lavorativa di quattro giorni siano molto incoraggianti e abbiano dimostrato di poter migliorare il benessere dei dipendenti, è fondamentale analizzarne attentamente le implicazioni prima di un’adozione su larga scala. Le aziende devono considerare non solo l’impatto sulla produttività, ma anche la compatibilità con i propri processi interni, i picchi di lavoro e le esigenze dei clienti.
Molti lavoratori italiani sarebbero favorevoli a un modello che preveda quattro giorni di lavoro a parità di retribuzione, ma ciò richiede una revisione attenta dell’organizzazione. In alcuni settori, come i servizi di assistenza clienti o la produzione continua, ridurre i giorni di attività senza una redistribuzione efficace delle ore potrebbe causare calo di efficienza, sovraccarico nei giorni lavorativi o persino perdita di competitività.
È quindi essenziale che ogni nuova modulazione dell’orario di lavoro tenga conto delle esigenze eterogenee dei dipendenti. Alcuni preferiscono avere un giorno libero in più per dedicarsi alla famiglia, agli hobby o allo studio, mentre altri potrebbero prediligere un modello con giornate più brevi, che permettano di uscire dall’ufficio prima e ridurre lo stress quotidiano. Questo significa che le aziende dovrebbero offrire opzioni personalizzabili, dando la possibilità ai dipendenti di scegliere tra diverse formule di flessibilità, quando possibile.
Un altro aspetto cruciale è la gestione delle performance: per garantire che la settimana corta non comprometta i risultati, è necessario fissare obiettivi chiari, monitorare i progressi e favorire un approccio orientato agli outcome piuttosto che al semplice conteggio delle ore lavorate.
La flessibilità si può ottenere solo con la tecnologia
L’adozione di soluzioni organizzative flessibili rappresenta oggi un passaggio strategico per tutte le aziende che vogliono rimanere competitive e trattenere i propri talenti. La possibilità di lavorare con strumenti digitali che automatizzano processi come la rilevazione delle presenze, la gestione delle ferie e dei permessi e l’organizzazione dei turni non solo riduce il margine di errore umano, ma permette anche di liberare tempo prezioso all’interno dell’ufficio del personale. Questo tempo può essere investito in attività a maggior valore aggiunto, come la formazione del personale, la definizione di piani di sviluppo delle competenze o il miglioramento del clima aziendale.
Un esempio concreto è quello citato da Cotini, realtà attiva dal 1975, che grazie a SferaCloud offre un sistema di gestione centralizzato accessibile anche da App mobile. Questa soluzione consente non solo di monitorare le presenze in tempo reale, ma anche di delegare responsabilità ai capi reparto, responsabilizzando il middle management e creando un processo decisionale più rapido. I dipendenti, dal canto loro, possono consultare direttamente il proprio cartellino, verificare ore lavorate, straordinari e richieste ferie, senza dover passare ogni volta dall’amministrazione.
Questa digitalizzazione dei processi genera vantaggi immediati anche in termini di trasparenza e comunicazione interna: riducendo la necessità di comunicazioni cartacee e di scambi manuali di informazioni, si evitano incomprensioni, ritardi o doppie registrazioni. L’ufficio paghe riceve file già pronti per l’elaborazione dei cedolini, azzerando errori di calcolo e riducendo i tempi di chiusura del mese.